La parola Ansia è una costante della nostra vita che proviamo quando veniamo a trovarci o crediamo di poter essere in pericolo.
Ma che cos’è l’ansia? E’ una reazione emozionale e fisiologica che quindi coinvolge sia la mente che il corpo che viene percepita dalla persona attraverso l’attivazione dei nostri vitali parametri fisiologici: aumento del battito cardiaco, del respiro e/o del tono della muscolatura, della temperatura che mettono l’organismo all’erta circa una possibile esigenza di reazione e/o prestazione.
L’ansia in qualità di risposta fisiologica del nostro organismo a richieste interne ed esterne eccessive, diventa degna di attenzione clinica quando inizia a diffondersi ad ogni attività quotidiana procurandoci difficoltà psicologiche-relazionali, comportamentali, lavorative e organizzative che per alcuni diventano insuperabili.
La reazione ansiogena costituisce dunque una sorta di difesa intrinseca all’ancestrale istinto di conservazione (attacco-fuga), la quale cerca di avvertire ed attivare l’organismo prima che il pericolo possa arrecare un eventuale danno o prima di una specifica azione sempre cruciale.
L’ansia è, come accennato, un sistema di allerta funzionale alla persona, ma quando però essa stessa aumenta eccessivamente, si traduce in una surreale ed esagerata preoccupazione circa i propri pensieri, sentimenti, comportamenti, etc. e rispetto alla reale situazione in cui avviene.
Si possono annoverare due forme di ansia, quella acuta è simile ad un’agitazione della mente che coinvolge anche il corpo, nel senso che la dimensione del “cosa mi spaventa o preoccupa” è mentale/cognitiva con conseguenze organiche “cosa sento” e poi comportamentali “cosa faccio”; invece l’ansia cronica è una sorta di paura interna del mondo esterno quando iniziamo ad usare automaticamente distorsioni cognitive circa il senso d’incertezza, il pensiero catastrofico, dicotomico, l’astrazione selettiva ecc.
In specifico i Disturbi d’Ansia portano a forte e permanente disagio psicologico con reazioni di fuga, evitamento, intensa paura, incapacità di fare cose semplici, così come a sintomi psicofisici destabilizzanti come spasmi, nausea, pallore, sudorazione, tachicardia, sensazione di soffocamento, vertigini, mal di testa, dolori, iper attivazione, tensione e rigidità muscolare, blocco motorio.
La terapia cognitivo comportamentale offre un valido aiuto psicoeducativo oltre che clinico per individuare e riconoscere quelle valutazioni distorte sulla realtà e su noi stessi che condizionano fortemente il nostro stato emozionale.
Inoltre ci si avvale di una gamma di tecniche cognitive finalizzate a modificare le convinzioni, le immagini, le autoistruzioni del paziente per arrivare al controllo del comportamento attraverso un cambiamento delle convinzioni personali che regolano la rappresentazione del problema per cui il soggetto ha chiesto.