Due uomini sono stati riconosciuti organici al clan Fabbrocino-Giugliano, operante nei comuni vesuviani di Poggiomarino, Terzigno, Trecase e Scafati. Si tratta di Salvatore De Rosa, 48enne di Pompei, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di Poggiomarino, condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione, e di Michele Capozzi, 33enne di Trecase, condannato a cinque anni e dieci mesi di reclusione.
De Rosa e Capozzi vennero arrestati nell’aprile del 2009 insieme ad altre 17 persone, tra le quali il capoclan Antonio Giugliano, nell’ambito dell’operazione “Gusto”, ma furono assolti in primo grado nel giugno del 2011. Il processo di secondo grado ha permesso di ribaltare l’assoluzione avuta in primo giudizio, facendo emergere il ruolo rilevante dei due nella partecipazione all’associazione mafiosa riconducibile al clan Fabbrocino nella sua articolazione di Poggiomarino, condotta da Antonio Giugliano, e la partecipazione a varie vicende criminali. Gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare a carico dei condannati, che e sono stati trasferiti nella struttura penitenziaria di Secondigliano.
Le indagini della DIA che portarono all’operazione “Gusto” nacquero a seguito del sequestro dell’allora assessore pro-tempore ai lavori pubblici del Comune di Poggiomarino, finalizzato ad ottenere informazioni e pressioni sulle ditte impegnate negli appalti in corso, provarono l’esistenza e l’operatività del clan Fabbrocino-Giugliano (principalmente dedito all’attività estorsiva a danno delle ditte appaltatrici, alle quali veniva anche imposta la fornitura di materiali da costruzione, ma anche a rapine ad istituti di credito situati fuori regione, nonché allo spaccio di stupefacenti) e resero possibile la confisca di beni per oltre 10 milioni di euro.