L’abusivismo edilizio è una piaga che interessa larga parte del territorio italiano. Si tratta di un problema, spesso sottovalutato, che dal secondo dopoguerra in poi ha conosciuto un incremento notevole in quanto a proporzioni e impatto ambientale ed è ormai un fatto notorio che questo fenomeno sia il risultato dell’incremento demografico e, allo stesso tempo, che esso trovi terreno fertile in logiche speculative e ovviamente nella propensione all’illegalità di molti cittadini.

Spostando l’attenzione sul nostro territorio, va subito notato come la Regione Campania sia particolarmente toccata dal problema, con ben 129.607 unità abusive scoperte nel solo 2012, 2.222 unità ogni 100.000 abitanti (fonte: Agenzia del territorio), numeri che la collocano alle spalle della sola Regione Sicilia (153.276 unità abusive scoperte nel 2012, 3.035/100.000 ab.) nella speciale classifica dell’abusivismo edilizio. Se si considera poi che la terza classificata è la Puglia con 102.201 unità (2.498/100.000 ab.) e la quarta la Calabria con 92.247 (4.587) e si tiene presente che tali Regioni sono quelle maggiormente interessate dal fenomeno criminale, diventa facile accomunare le due problematiche e trovare in una, la criminalità organizzata, un catalizzatore dell’altra, l’abusivismo.

Ebbene, con riferimento alla nostra Regione, è necessario sottolineare come il problema in questione si presenti ancor più delicato per almeno tre motivi.

Il primo consiste sicuramente nel danno causato ad un territorio tra i più belli del mondo: basti pensare alla costiera amalfitana, alla penisola sorrentina e ad altri siti presenti in Campania, più volte al centro della cronaca, anche nazionale, proprio per quanto riguarda il problema dell’abusivismo.

Il secondo, invece, è individuabile nel danno arrecato al verde e alle coltivazioni, i quali vengono inevitabilmente sempre più ridimensionati dall’avanzata del cemento: non si può dimenticare il fatto che la nostra campagna sia una risorsa preziosissima in quanto, grazie alla straordinaria fertilità del suolo che la caratterizza, offre prodotti tra i migliori al mondo per bontà e qualità.

Il terzo motivo, infine, è rappresentato dal pregiudizio cagionato ai cittadini, quelli onesti e rispettosi delle leggi, vittime del comportamento scriteriato e illegale di alcune persone: la loro legittima aspettativa di poter costruire un fabbricato in modo legale è inesorabilmente compressa e in alcuni casi addirittura compromessa, poiché i piani regolatori saranno sempre più rari e quelli che verranno adottati non potranno che prevedere aree edificabili sempre più ristrette.

E’ tutto sotto gli occhi di tutti. Per chi abita nei paesi dell’agro nocerino-sarnese e dell’agro aversano, poi, è ancor più semplice rendersi conto del fenomeno. Basterebbe, ad esempio, percorrere l’autostrada A30 nel tratto che va da Nocera a Nola o anche la strada statale 7-bis, per rendersi conto di quante costruzioni invadano la campagna, occupando illecitamente il suolo e abbruttendo notevolmente il territorio. Chiunque può accorgersi del fatto che viviamo in una terra costellata da una miriade di scheletri di cemento, costruiti spesso nel giro di un giorno, o meglio di una notte, per eludere i controlli. E non ci vuole neppure molto a capire che si tratti di edifici abusivi: sono isolati rispetto ad altri fabbricati e quasi sempre sono incompiuti in quanto oggetto di qualche provvedimento giudiziario o amministrativo.

Ci troviamo di fronte ad una situazione che sta diventando angosciante e che non può più essere sottovalutata, sia perché va avanti da troppo tempo sia perché rischia di divenire irreversibile. Ragioni queste che ci obbligano a formulare delle domande e a fare delle considerazioni.

In primo luogo, bisogna chiedersi e chiedere come mai le autorità competenti intervengano in costante ritardo o quanto meno, sempre in seguito al compimento del fatto illecito. In secondo luogo, deve essere posta l’attenzione sul gravissimo problema del dissesto idrogeologico che interessa in particolar modo il nostro territorio e che si pone in rapporto diretto con il fenomeno dell’abusivismo edilizio. In conclusione, è necessario individuare soluzioni che consentano di contrastare il problema, ma che allo stesso tempo facciano in modo che un settore strategico per l’economia nazionale come l’edilizia, non venga ridimensionato o comunque penalizzato oltre misura dalla lotta, pur sempre necessaria, all’abusivismo edilizio.

Ciascuna di queste tre tematiche verrà analizzata e approfondita nei prossimi numeri della rubrica.