“Un secolo di bacchetta”, ossia, la figura del maestro nella storia del Carnevale palmese. Doveva essere soltanto questo il tema del convegno tenutosi presso il teatro comunale di Palma Campania, si è trasformato in qualcosa di molto più approfondito ed interessante, che ha tenuto incollati alle poltrone i numerosissimi presenti ad una riuscitissima serata, all’interno della quale, è stato possibile sviscerare ogni aspetto, positivo e negativo che dall’emblematica figura del comandante di quadriglia, estesosi fino all’essenza stessa di un evento da sempre nei cuori e nella mente del popolo palmese.
Moderata da Angelo Martino, presentatore del Carnevale e deliziata dalla presenza della bellissima Rosalia Iannone, scelta quest’anno come valletta della manifestazione, la serata ha avuto un toccante prologo, nel quale è stata ricordata la figura di un quadrigliante storico, recentemente scomparso, come Vincenzo Cinque. Alla moglie ed ai giovani figli, la Fondazione Carnevale ha inteso donare una targa commemorativa, oltre ad un suggestivo momento composto da musica ed immagini in cui il povero Vincenzo appariva in tutta la sua gioia di essere protagonista di una festa straordinaria come quella del Carnevale palmese.
Non si è trattato però dell’unico momento emozionante. Il culmine è stato toccato quando il giornalista scrittore Pasquale Iorio, autore della fortunata opera “Tutta colpa della Quadriglia”, ha mostrato un lavoro nel quale la figura del maestro è stata rivisitata non soltanto in tutte le sue funzioni, ma anche attraverso le sue evoluzioni, dalle origini fino ai giorni nostri. Un’occasione utile anche a fornire diversi spunti di riflessione dei quali daremo conto da qui breve. Sul palco del teatro comunale si sono alternate figure storiche della bacchetta, autentiche icone della kermesse, che hanno saputo interpretare nella maniera migliore una figura di fondamentale importanza.
Da Giovanni Caliendo, inventore dello “stacco”, a Gregorio Mascia, per sua stessa ammissione, perfetto incompetente dal punto di vista musicale, ma maestro sopraffino, perché capace di incarnare alla perfezione lo spirito del comandante, passando per Antonio Giannetti e Antonio Basilicata, dalla cui testimonianza preziosi spunti di riflessione sono venuti fuori. In particolare la voce di quest’ultimo, rotta dalla commozione, ha saputo trasmettere tutta l’esigenza di un ritorno a quei valori che hanno fatto del Carnevale, la festa più sentita dal popolo palmese. Valori, oggi, sempre più in via d’estinzione. Personaggi straordinari, figli di un passato che forse non potrà più tornare, ma dal quale tanti insegnamenti bisogna ancora trarre, specie in considerazione del fatto che la duplice sfida inseguita da Iorio nel suo lavoro è costituita proprio dal ritorno alla tradizione e dalla restituzione alla ribalta della figura del maestro.
L’ente carnevale, per bocca del nuovo presidente, Matteo Santella, ha immediatamente manifestato la volontà di recepire questo ritorno alle tradizioni, pur non chiudendo le porte alle innovazioni. Una giusta sintesi da cercare e trovare per rendere la kermesse sempre più interessante, sempre più vincolata alle solide radici che hanno fatto si che si tramandasse fino ad oggi, ma anche capace di recepire i mutamenti imposti dalla società.
Dal teatro comunale è nata una nuova, intrigante avventura. Grazie al contributo di un abile ricercatore come Pasquale Iorio, altri fondamentali aspetti della cultura palmese sono stati riportati alla luce. La speranza è che proprio da questi si possa ripartire per rendere ancora più entusiasmante una festa che, col passare degli anni, non ha mai perduto il suo appeal, non solo agli occhi dei cittadini palmesi…