Non più ad aprile, presumibilmente a marzo, forse addirittura già a febbraio! Le scelta della data delle prossime elezioni sta diventando quasi una roulette, dalla quale può uscire qualunque numero, dal momento che tutto è legato dalle bizze della pallina lanciata dal croupier. La politica non è il casinò, non solo perché manca un croupier, ma anche perché ogni cosa ha una sua logica, incluse le bizze, mai casuali, ma strettamente connesse agli umori dei partiti.

Tale polverone potrebbe anche passare inosservato, considerando il desiderio tutt’altro che ardente degli elettori di andare a votare per le politiche, se non fosse che, il sempre più probabile accorpamento tra queste ultime e le amministrative, chiuderebbe di fatto in anticipo l’esperienze al governo delle giunte non solo regionali, ma anche comunali. Paesi come Somma Vesuviana, Ottaviano e Palma Campania, per citare quelli compresi nel nostro territorio, dovrebbero anticipare le operazioni di preparazione alla tornata elettorale.

Non bastasse, le stesse liste, che nei comuni sopra citati ancora lentamente stanno affilando le armi in vista della competizione, sarebbero chiamate ad affrettare trattative, incontri, strategie e, già che ci siamo, anche programmi, per presentarsi ai propri elettori nel miglior modo possibile. Gli scenari sono ancora tutti da delineare, ma di certo, questo clima di ulteriore incertezza, non giova all’immagine di una politica che pure su temi come questi stenta a trovare un’intesa.

I nodi sono diversi, dalla legge elettorale, da tutti criticata, ma ancora lì, in attesa che qualcuno si preoccupi di trovarne una migliore, al problema primarie, che coinvolge i due principali partiti italiani. È chiaro che un voto anticipato, costringerebbe ad affrettare sia le operazioni in parlamento sulla legge elettorale, sia quelle legate alla competizione per la scelta del candidato premier da parte di pdl e pd. Inoltre, ad ingarbugliare il quadro, è arrivato anche l’accoglimento da parte del Consiglio di stato della richiesta di sospensiva avanzata da Renata Polverini, presidente dimissionaria della Regione Lazio, nel ricorso contro la sentenza di primo grado del Tar, in cui le si imponeva di indire le elezione entro il fine settimana.

Difficile stabilire quanto possa incidere tale decisione sulla possibilità di anticipare il voto. Di certo non contribuisce a rendere più consistente l’ipotesi, ma con l’acuirsi delle schermaglie tra i partiti che compongono la maggioranza a sostegno del governo Monti, neanche è detto che l’ipotesi diventi ora più improbabile. Sarà il premier a mediare sulla scelta definitiva? Somma Vesuviana, Ottaviano e Palma Campania attendono fiduciosi, ma nel frattempo (forse) spingeranno più forte sull’acceleratore…