«Nessuna diaspora, la mia amministrazione si presenterà compatta alle prossime elezioni». Quasi a voler mettere subito in chiaro le cose, Vincenzo Carbone stronca sul nascere le voci che lo volevano alle prese con la fuga da parte di coloro che lo hanno accompagnato in questi anni di governo cittadino. «Siamo tutti convinti di aver lavorato bene – rincara il Sindaco – quindi sarò nuovamente a capo di una lista composta da tutti gli amici che hanno composto l’attuale maggioranza».
Né silurati, né transfughi dunque?
«Una premessa va fatta: nella prossima tornata elettorale, le liste saranno composte non più da venti, bensì da sedici candidati, quindi giocoforza qualcuno non potrà riproporsi. Ciò non vuol dire però che abbiamo perso parte dei nostri sostenitori, anzi, posso anticipare che ci saranno delle sorprese e delle belle novità».
Che ovviamente non le chiediamo di anticipare, ma ci sentiamo di obiettare che qualcosa avete perso. Esponenti del calibro di Franzese e Peluso, oltre mille voti in due, sono già stati sostituiti?
«Per quanto riguarda Peluso, è stata una scelta dell’intera amministrazione, di rinunciare al suo apporto, non è stato certamente lui ad andare via. Per quanto riguarda tutti gli altri componenti della precedente lista, posso affermare che, a tutt’oggi, manteniamo un rapporto fattivo e costruttivo, basato sulla reciproca collaborazione».
Come valuta lo scenario che si sta delineando in vista della prossima competizione elettorale?
«Mi sembra ancora tutto in itinere. L’attuale opposizione in Consiglio Comunale appare sfaldata in mille rivoli. La testimonianza più evidente è data dal fatto che si presentano sempre in due, massimo tre unità, non di più. A tal proposito segnalo con piacere la costante presenza del consigliere Casoria, subentrato al dimissionario Lauri».
A proposito di Casoria, potrebbe essere uno dei candidati se dovesse concretizzarsi il progetto “Ventata Nova”, composto da persone pronte a sfidare la vecchia politica. Teme un Grillo bis sul territorio palmese?
«Ritengo che chiunque voglia mettersi in discussione presentandosi o candidandosi all’interno di una lista, meriti il rispetto mio e di tutti i palmesi. Detto questo, sarei anche curioso di conoscere il loro progetto. Se tutto si dovesse risolvere ad una mera protesta, a mio giudizio sarebbe un fallimento già in partenza. Io auspico la presenza di diverse liste a contrapporsi alla mia. Sarebbe il segno più tangibile di un paese in cui la democrazia impera e la pluralità di espressione viene garantita».
Ad oggi la compagine più accreditata a contenderle la poltrona sembra quella composta dal duo Giugliano-Iervolino. Con chi dei due crede/spera di doversi confrontare?
«Sia Giugliano, sia Iervolino hanno la mia più totale stima. Sono certo che sapranno trovare la giusta intesa e presentare una lista da contrapporre alla mia. Qualunque dovesse essere il candidato, dal mio punto di vista non cambia nulla. Io la lista ce l’ho, spetta a loro il compito di trovare sedici persone da candidare…».
Crede possa esserci spazio, tra i candidati a Sindaco, anche per altri esponenti della politica palmese?
«Ci sono tanti personaggi di spicco che hanno fatto in passato e fanno ancora politica nel nostro paese. Di sicuro hanno le potenzialità per mettere su una lista in grado di sostenere una competizione elettorale. Proprio a loro mi rivolgo: nel caso non riuscissero nel loro intento, la loro esperienza, le loro capacità siano messe a disposizione del paese. Mi rendo volentieri disponibile fin da ora ad accogliere il loro fattivo contributo».
Dalle sue parole emerge una certa convinzione di riconfermarsi Sindaco…
«Non ho questa presunzione, ma sono ottimista sul fatto che la gente saprà apprezzare quanto abbiamo fatto. Sfido chiunque ad affermare che sarebbe riuscito a fare meglio di noi. Abbiamo dovuto operare in una situazione di difficoltà assoluta, scaturente da una crisi senza precedenti che ha coinvolto non solo il nostro paese, ma l’intera Europa. Non bastasse, c’è stata lasciata in eredità una situazione disastrosa. La cosa sorprendente è che chi oggi si propone come la soluzione a quei problemi che noi non avremmo saputo risolvere, sono gli stessi che tali problemi hanno provocato, o accentuato. Quale credibilità possono avere agli occhi dei palmesi?».