Ingenuità, mancanza di cinismo, incapacità di gestire il vantaggio, calo fisico, scarsa lucidità, sono molteplici le ragioni che hanno portato il Napoli a gettare al vento un’altra vittoria che pareva ormai acquisita. Contro il Milan di Allegri, reduce dalla sconfitta interna contro la Fiorentina ed in piena crisi di gioco e di risultati, il doppio vantaggio maturato nella prima mezz’ora di gioco lasciava presumere una tranquilla vittoria per la banda Mazzarri, ed invece, l’orgoglio Milan e la straordinaria vena di El Shaarawy regalano un minimo di serenità all’ambiente rossonero ed aprono nuovi processi in casa azzurra.

La doppia rimonta subita, oltre che dei soliti difetti già evidenziati in passato, questa volta appare figlia anche di un evidente calo fisico che ha visto coinvolti diversi uomini, alcuni di essi già in un periodo di forma non eccelso. Le due incertezze di Abbiati, che avevano regalato ad Inler ed Insigne le reti del doppio vantaggio, stavano solo nascondendo le difficoltà azzurre. Già sull’uno a zero il Milan aveva avuto un’occasione mastodontica per pareggiare non sfruttata da Montolivo, ritrovatosi sui piedi la palla del pareggio grazie ad un buco di Zuniga su assist di Boateng. Il centrocampista della nazionale grazia De Sanctis mettendo fuori da favorevolissima posizione.

C’è spazio per un’iniziativa di El Shaarawy (conclusione da fuori area finita a lato) prima del raddoppio di Insigne, favorito da una deviazione di Acerbi e dai riflessi lenti di Abbiati, poco reattivo davanti ad una deviazione netta, ma non irresistibile. Il suicidio azzurro comincia qui. Dopo soli tre minuti lo stesso Insigne sfrutta un maldestro disimpegno della difesa rossonera, ma tutto solo davanti ad Abbiati preferisce un improbabile assist a Cavani, prontamente anticipato da Mexes ad una comoda conclusione verso la porta. Scampato il pericolo del definitivo ko, il Milan trova il gol della speranza col suo uomo migliore, El Shaarawy, che proprio allo scadere della prima frazione, confeziona un piccolo capolavoro pescando da fuori area l’incrocio alla destra dell’attonito De Sanctis.

Nella ripresa il Milan scende in campo determinato alla ricerca del pari. Lo manca Bojan intorno al quarto d’ora, ma è il Napoli a portare avanti il suo suicidio mancando almeno quattro ghiotte occasioni per chiudere il match. In due circostanze è bravo Abbiati a dire di no di piede a Cavani. Il portiere rossonero riscatta così almeno in parte le incertezze del primo tempo. Nelle altre due, un po’ il fato (Maggio non arriva di un soffio su un cross radente di Hamsik dalla sinistra), molto per imprecisione (colossale occasione divorata da Hamsik su assist di Cavani al 22’), mantengono il risultato inchiodato sul 2-1.

Il calcio si sa, non fa sconti a chi commette ingenuità, e al minuto 82, dopo che Allegri aveva lanciato nella mischia anche Pazzini e Robinho, alla disperata ricerca del pari, il Milan corona la sua rincorsa, firmando in calce il suicidio azzurro grazie al suo ventenne campioncino, bravo ad eludere sul filo del fuorigioco la difesa azzurra e a capitalizzare al meglio un assist al bacio proprio del nuovo entrato Robinho. Il Napoli impreca per l’ennesima occasione sprecata, il Milan coccola il suo novo fenomeno. Appena vent’anni, già dieci gol e titolo di capocannoniere della serie A. Niente male…