Avrebbero probabilmente ripulito due abitazioni se i carabinieri non fossero arrivati mettendoli in fuga. Insomma, è ancora emergenza topi d’appartamento a Poggiomarino, che dopo gli ultimi “colpi” di fine gennaio, ha vissuto un nuovo pomeriggio da incubo. I fatti si sono consumati venerdì poco dopo le 18, quando la banda di ladri ha raggiunto via Aldo Moro, nel cuore del rione “Pastori”, area densamente abitata della città vesuviana.

Qui sono riusciti ad entrare all’interno di una palazzina familiare composta da due case. Ma i malviventi hanno probabilmente compiuto qualche movimento sbagliato, forse fatto qualche rumore di troppo, che ha attirato l’attenzione dei vicini. Al 112 è arrivata una chiamata: «Correte in via Aldo Moro, stanno rubando in una casa». I militari dell’Arma agli ordini del maresciallo Andrea Manzo sono partiti a sirene spiegate nel tentativo di sventare il furto e magari riuscire a mettere le mani sui furfanti, presumibilmente la stessa gang che sta mettendo a ferro e fuoco la città ed anche le zone limitrofe.

Tuttavia i balordi hanno fiutato il pericolo e prima che le forze dell’ordine potessero raggiungere il luogo, si sono messi in automobile fuggendo via. Non è stato sufficiente, dunque, che i carabinieri spegnessero lampeggianti e allarmi sonori nel tentativo di beccare i ladri sul fatto. La banda è stata molto lesta o semplicemente si era forse resa conto di essere stata poco “attenta”, ed ha preferito togliere il disturbo. Gli uomini in divisa sono entrati nella palazzina facendo irruzione, ma hanno trovato soltanto uno degli appartamenti al piano terra messo totalmente a soqquadro: dei ladri nessuna traccia e per i carabinieri c’è stata quantomeno la piccola soddisfazione di avere sventato la razzia.

Nel caos, infatti, i malviventi hanno afferrato soltanto un orologio di scarso valore e qualche centinaio di euro: nulla, insomma, rispetto a quanto avrebbero potuto fare rovistando nell’intera palazzina. I militari dell’Arma hanno trovato segni di effrazione sia sul cancelletto che fa da ingresso allo stabile che sulla porta d’accesso della casa in cui la banda ha compiuto il raid.

Sono in corso indagini per provare ad identificare la banda: secondo qualche testimone, i balordi sarebbero fuggiti via su un’autovettura di grossa cilindrata. Insomma, nulla di diverso dai “colpi” che stanno mettendo in apprensione tutta Italia.