Sull’altura di Capodimonte, a poca distanza dalla Reggia e bosco omonimi, sorge sulla sottostante catacomba di San Gennaro, il maestoso tempio dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio, Regina della Cattolica Chiesa.La chiesa fu fortemente voluta da Maria di Gesù Landi. Nata a Napoli il 21 gennaio 1861.

Maria Landi, poi suor Maria di Gesù, aveva sempre avuto, fin dalla fanciullezza, una tenera devozione verso la Madonna del Buon Consiglio: ed esternava questa sua devozione davanti alla immagine della SS Vergine dipinta ad olio su un piccolo quadro che sempre la famiglia Landi aveva avuto in casa. In esso, però, la figura di Maria SS non le appariva di quella luminosità che fosse espressione del “buon consiglio”; per cui, nel 1884, commissionò al pittore napoletano Spanò, – artista capace ma affetto da così densa cataratta agli occhi, che a stento distingueva le sagome delle persone – una nuova immagine della Madonna che corrispondesse al suo ideale.

Lo Spanò si mise all’opera con intelletto d’amore, ma non riusciva mai ad accontentare la committente, che richiedeva sempre maggiore luminosità. Fino a quando non intervenne il Cardinale Sanfelice, allora arcivescovo di Napoli, che invitò la Landi ad esporre alla venerazione dei fedeli la sacra immagine, affermando che “la Madonna si sarebbe finita in se”. Ed ecco! Il primo miracolo. Difatti, appena il quadro fu esposto nella cappella di Casa Landi, al Largo San Carlo all’Arena, il colera che imperversava su Napoli – si era infatti nel 1884 – cessò d’incanto.

Nel 1906, il secondo meraviglioso prodigio. Nel frattempo i Landi si erano trasferiti in una più ampia abitazione in Via Duomo, 36; e qui avevano dedicato alla Madonna un piccolo ma sontuoso oratorio splendido di stucchi rivestiti di oro fino. “Il venerdì santo, quando ormai la città era in piena rovina perché il peso della cenere – si tratta della famosa eruzione proprio del 1906 – cominciava a far crollare tetti e solai, suor Maria prese il quadro della Madonna e lo sporse fuori dal balcone.

Un raggio di sole trapassò la densa cortina di cenere cominciò ad attenuarsi; un comunicato dell’Osservatorio Vesuviano annunziò che la forza dell’eruzione accennava gradatamente a decrescere”. Da quel momento, l’oratorio di Via Duomo divenne centro di sincera spiritualità, di squisita pietà mariana, e di fervida attività caritativa. Ad esso convenivano alti prelati e nobili dame, qualificati professionisti ed umili postulanti che chiedevano preghiere alla pia madre e grazie e favori alla Grande Madre. Tale fervore di spiritualità non lasciò indifferente il santo papa Pio X, che sollecitato dal Cardinale Casimiro Gennari, testimone oculare dei prodigi di Via Duomo, concesse con privilegio speciale la incoronazione del quadro della prodigiosa Madonna. Il decreto papale porta la data del 29 marzo 1911; il Rito religioso fu celebrato solennemente dal Cardinale Prisco il 6 gennaio 1912, solennità dell’Epifania del Signore.(dagli archivi del santuario)

Più tardi, ottenne il riconoscimento del culto, l’incoronazione del quadro e l’aggiunta del titolo Regina della Cattolica Chiesa. Nel frattempo, i pellegrinaggi si susseguirono numerosi e, ben presto, sopra le catacombe, venne eretto questo tempio; fatto erigere esattamente dove le aveva chiesto la Vergine Maria durante le sue contemplazioni. La costruzione della basilica è durata quarant’anni (1920-1960); fu edificata su progetto dell’architetto Vincenzo Veccia. Maria di Gesù Landi morì il 26 marzo 1931, ma la costruzione della basilica proseguì.

La cultura popolare vuole che durante il sisma del 1980 il busto marmoreo raffigurante la Madonna posto sulla sommità della facciata si staccò, cadendo in piedi e senza subire danni. In realtà la statua, a figura intera, si divise in due parti e la parte superiore, il busto, cadde dal frontone della chiesa sulla scalinata senza ferire nessun passante e si spezzò a sua volta in due parti, il torso (con il Bambino in braccio) e la testa. Una lastra di pietra posta all’ingresso della basilica ricorda l’evento e le vicende successive:

«Scossa della violenza del sisma che alle ore 19,25 di domenica 23 novembre 1980 sconvolse Napoli, il busto marmoreo si staccò dal blocco inferiore della statua raffigurante la Madonna con il bambino e precipitò dall’alto della facciata, frantumandosi sulla scala di accesso al tempio; è stata accuratamente restaurata, la sacra immagine fu qui riposta il 26 aprile 1981 e vi è rimasta come oggetto di continua testimonianza di amore e pietà mariana fino al 4 giugno 1983, allorquando, consolidate le strutture della facciata; è stata ricollocata al suo posto in alto, vigile protettrice alle soglie della città »

Il tempio ha custodito momentaneamente dipinti provenienti da altre chiese della città dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980. Inoltre possiede opere provenienti da chiese in passato demolite o pericolanti sulla facciata la bellissima iscrizione:

« AVGVSTAE MATRI BONI CONSILII REGINAE CATHOLICAE ECCLESIAE ANNO DOMINI MCMLX DICATVM »
« Dedicato all’augusta Madre del Buon Consiglio, Regina della Chiesa cattolica, nell’Anno del Signore 1960 »

Il maestoso complesso architettonico è stata realizzata ad imitazione della basilica di San Pietro a Roma sia negli esterni (compresa la cupola) che negli interni, tanto da essere anche chiamata la  piccola San Pietro”.Nel gennaio del 1980 papa Giovanni Paolo II l’ha elevata alla dignità di basilica minore.