«Ho litigato con l’assessore regionale Edoardo Cosenza e con il sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti. Sulla questione delle vasche di laminazione non accetto alcuna lezione di carattere politico e morale. Sono contrario e non cambierà il mio pensiero nonostante le strumentalizzazioni della Regione e dell’opposizione cittadina». È furioso il sindaco di Striano, Aristide Rendina, che davvero sembra non sapere più come opporsi alle vasche di laminazione previste dal Progetto Grande Sarno nel fazzoletto di territorio tra Striano, Poggiomarino e San Valentino Torio, in sostanza nello stesso triangolo di località dove insistono gli scavi di Longola ed alcune delle più importanti coltivazioni dell’area agro-vesuviana.

Ieri le dichiarazioni della minoranza in consiglio comunale che attaccavano il primo cittadino perché prima della conferenza dei sindaco non aveva ritenuto opportuno parlare del caso con l’assise pubblica cittadina. Ma la fascia tricolore entra a piedi uniti rivendicando a giusta la ragione la paternità del “no” ai bacini per la raccolta delle acque reflue del fiume più inquinato d’Europa. «In conferenza sono stato l’unico a non prendersi tempo per decidere – fa sapere Rendina – ho immediatamente confermato il mio “no” e anzi, sono andato via sbattendo la porta quando l’assessore Cosenza mi ha fatto capire che la mia opposizione non servirà e che le vasche di laminazione saranno costruite comunque».

«Anche Scafati mi ha attaccato – continua il sindaco – ma non mi interessa, io devo difendere il mio territorio e la mia città, ed in una situazione del genere sarebbe auspicabile che le opposizioni lottassero tutte insieme con noi». Al momento, però, ogni protesta è stata inutile compreso il ricorso al Tar che ha però dato ragione all’Arcadis ed a Palazzo Santa Lucia.